lunedì, Settembre 25, 2023
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Frutta esotica: proprietà, valori nutrizionali, fa ingrassare?

Mango, ananas, papaya; e poi, frutto della passione, lime, kiwano. E’ oramai esplosa la moda alimentare della frutta esotica, vera miniera di sapori, consistenze e proprietà nutritiva.

Alcune varietà di frutti esotici, come la banana o l’avocado, sono abbastanza note al nostro palato; altre, come il mangostano o il litchi, non sono ancora regine sulle nostre tavole, ma destano la nostra curiosità e, se reperibili a un prezzo competitivo, non è raro vederle inserite all’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata.

La domanda che però è necessario porsi è: oltre a essere bellissimi, deliziosi e ricchi di qualità nutrizionali, i frutti provenienti da oltreoceano faranno anche innalzare l’ago della bilancia?

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Proprietà nutrizionali della frutta esotica

Papaya, dattero, melagrana, kiwi e altri frutti tropicali posseggono al proprio interno una miniera inesauribile di vitamine, minerali, sostanze nutritive e acqua.

Sono note, ad esempio, le proprietà depurative e diuretiche dell’ananas, oltre a quelle rinfrescanti, antinfiammatorie e digestive. Il tamarindo, frutto originario dell’Africa orientale, è ricco di acido tartarico, che amplifica le proprietà antiossidanti dell’alimento, nonché di tamarindina, perfetto per lenire i disturbi da candida.

Ogni frutto esotico apporta al nostro organismo moltissime vitamine. Basti pensare al mango, contenente al suo interno un ingente quantitativo di vitamine A e C; al platano, che fornisce al corpo anche un apporto generoso di vitamina B; al lime, che oltre alle sopracitate vitamine A e C dona al nostro organismo una sferzata di benessere grazie alla sua preziosa razione di acido folico e fibre.

Fibre, minerali – potassio in testa -, acqua: che siano famosissimi o meno noti, i frutti tropicali possono rappresentare validi alleati non solo per la nostra salute, ma anche per la nostra dieta, a patto di tenere conto, tuttavia, dell’apporto calorico che alcuni di questi straordinari alimenti possono fornirci.

La frutta esotica fa ingrassare?

Alimenti come il lime o la carambola sono dei perfetti alleati in cucina, ingredienti preziosi di ricette light e deliziose.

Alcune varietà di frutta tropicale, tuttavia, devono essere assunte con moderazione: oltre a fornire minerali e nutrienti essenziali per il nostro organismo, esse presentano un rovescio della medaglia non indifferente, ovvero un ingente apporto calorico.

Le splendide bacche asiatiche color arancio del frutto dell’alchechengi sono l’esempio lampante di come l’apparenza inganni. Le cosiddette “ciliegie invernali”, infatti, possono fornirci ben 280 calorie consumandone appena 100 grammi. Stesso discorso vale per il dragonfruit, o pitaya, coltivato prevalentemente in Asia e da considerarsi una vera e propria bomba calorica: 100 grammi di pitaya apportano ben 264 kcal.

Il cocco è un frutto tropicale multitasking. E’ definito “alimento funzionale”, perché fornisce nutrienti importanti per la salute del nostro organismo; del cocco, inoltre, si consuma praticamente tutto, dalla polpa al latte. Unico neo, le sue 364 calorie incluse in 100 gr di prodotto da mangiare.

Altro caso emblematico è rappresentato dall’avocado: burroso, versatile, ma ritenuto sin troppo “grasso” con le sue 231 calorie ogni 100 grammi di prodotto. E’ necessario evitare di assumere alcune varietà di frutta esotica, allora?

La risposta è no. In una dieta bilanciata varietà ipercaloriche come cocco, tamarindo, dattero o avocado possono e devono essere assunte, magari affiancandole ad alimenti light e alternando il loro consumo a quello di varietà di frutta tropicale più leggere, acquose e dal potere disintossicante.

 

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