Essere ammalati di… sonno. Può sembrare una battuta di dubbio gusto, invece parliamo di una patologia sin troppo sottovalutata, ma che può compromettere la salute e la vita sociale di chi ne è affetto: la narcolessia.
I numeri legati a tale disturbo sono risicati: appena 3/5 individui ogni 10mila unità manifestano sintomi riconducibili alla narcolessia. Tali numeri la classificano come malattia rara.
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Cos’è la narcolessia
In cosa consiste la narcolessia? Si tratta di un disturbo che causa attacchi improvvisi di sonno, nonché sonnolenza diurna. Nei pazienti narcolettici l’alternanza tra fase NREM (o NON-REM) e fase REM è sfasato rispetto al solito.
Per fase NREM intendiamo il momento del sonno durante il quale ci addormentiamo, conducendo il nostro corpo a una fase di riposo più profonda. Una volta entrati in fase NREM, il nostro corpo inizia ad affrontare la fase REM, nel corso del quale muoviamo velocemente gli occhi e i sogni prendono forma.
La narcolessia non crea solo un disagio psicologico ed emotivo, ma può divenire una causa scatenante di infortuni gravi o, addirittura, mortali. E’ fondamentale evitare di sottovalutare il problema, etichettando i narcolettici come semplici “pigroni“.
Narcolessia sintomi
I sintomi della narcolessia sono abbastanza riconoscibili.
- Eccessiva sonnolenza diurna, seguita da attacchi di sonno di durata variabile ogni due ore;
- Cataplessia, ovvero perdita significativa delle forze a seguito di un evento emotivamente stressante come collera, riso, paura;
- Allucinazioni, che si palesano appena svegli (ipnopompiche), oppure poco prima di addormentarsi profondamente (ipnagogiche);
- Paralisi del sonno, temporanea ma fortemente destabilizzante per il paziente, che non riesce a muoversi o parlare.
Narcolessia cause
Quali sono le cause scatenanti di questo disturbo del sonno cronico? Non esistono risposte certe, ma soltanto ipotesi, seppure piuttosto attendibili.
- Livelli bassi di un neurotrasmettitore cellulare di natura proteica, noto come ipocretina (oppure orexina), deputato a garantisce una corretta alternanza tra le fasi di sonno NREM e REM;
- Componente genetica: la narcolessia potrebbe trasmettersi da genitore a figlio. La probabilità, tuttavia, pare essere irrisoria;
- Esposizione all’influenza suina H1N1, o reazione a uno dei vaccini somministrati per contrastare il virus.
Tali cause, tuttavia, potrebbero non spiegare completamente l’insorgenza della narcolessia. E’ probabile che nei soggetti aventi in famiglia altri casi di narcolessia la malattia possa manifestarsi. Lo stress può, infine, causare l’insorgenza della malattia.
Narcolessia diagnosi
Riconoscere e diagnosticare una patologia rara non è semplice e la narcolessia non fa eccezione.
Ciò premesso, tuttavia, esistono dei centri specializzati nei disturbi del sonno, che hanno il compito di condurre accurate indagini al fine di collegare la nostra sonnolenza alla narcolessia. Gli esami diagnostici chiave per identificare la malattia sono: polisonnografia, test della Scala di Epworth (misurazione del livello di sonnolenza diurna) e Multiple Sleep Latency Test (MSLT), per comprendere i tempi di addormentamento.
Narcolessia rimedi
Una volta diagnosticata la narcolessia, occorre attuare alcune strategie per tenerla a bada. La patologia rara, infatti, non può essere curata come un raffreddore: non esiste un approccio terapeutico risolutivo e universale.
Possiamo, però, tentare di modificare il nostro stile di vita, cercando di andare a dormire sempre alla stessa ora e concedendoci dei pisolini pomeridiani. A una modifica della nostra routine spesso possiamo associare farmaci da assumere sotto controllo medico, pensati per contenere le conseguenze apportate dalla patologia.