Nel vasto oceano delle diete di sicura o dubbia validità, la dieta a zona occupa da sempre un posto speciale nel cuore dei patiti dei regimi alimentari salva-linea.
Ideata dal biochimico USA Barry Sears nel 1995, la dieta a zone basa la sua validità su un principio fondamentale: un regime alimentare corretto non aiuta solo il corpo a perdere i kg in eccesso, ma anche e soprattutto a stare bene da un punto di vista ormonale e, successivamente, globale.
Il metodo Sears si basa, appunto, sulla possibilità di tenere sotto controllo i livelli di insulina nel sangue e, contemporaneamente, portare in equilibrio quelli degli eicosanoidi, deputati alla gestione di numerose funzioni importanti del nostro organismo, tra le quali la regolazione delle reazioni infiammatorie.
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Calcolo dieta a zona
La dieta a zona si basa sulla ricerca dell’equilibrio psicofisico, consentendo di perdere in tre settimane sino a 7 kg. La gestione del regime alimentare ideato da Sears si basa su un modello proporzionale, che stabilisce la distribuzione di carboidrati, proteine e grassi secondo la seguente divisione: 40-30-30.
Come calcolare, però, tali percentuali? In linea di massima, la Zona consente alle donne di consumare sino a 1200 calorie al giorno, che diventano 1600 calorie negli individui di sesso maschile.
Esistono due modalità di calcolo delle calorie: quello della dieta a blocchi e il sistema del palmo.
Dieta a zona blocchetti
Più preciso e complesso da seguire. Si calcolano tre miniblocchi dei nutrienti sopracitati, così suddivisi: 9 g di carboidrati, 7 g di proteine magre e 3 g di grassi.
Sistema del palmo
Impreciso ma di rapida esecuzione. Punto di riferimento è il palmo della mano, utilizzato per calcolare le proteine da assimilare in una giornata. Per i carboidrati, si ricorre al pugno.
Dieta a zona funziona?
La dieta zona riscuote opinioni contrastanti da diversi nutrizionisti, che imputano al sistema ideato dal biochimico statunitense di fornire all’organismo troppe proteine e scarso quantitativo di insulina.
Nonostante tali accuse, la dieta 40-30-30 pare essere vantaggiosa sotto diversi aspetti. La Zona, infatti, contribuirebbe a prevenire gravi patologie cardiache e il diabete, migliorando al contempo le funzioni cognitive e potenziando le riserve energetiche del nostro corpo.
Dieta zona menù
La dieta a zona menù settimanale è impostata sulla distribuzione di tre pasti principali e due spuntini. La colazione deve essere nutriente, composta da una tazza di caffelatte o the, da frollini di soia o avena da intervallare con un toast, frutta fresca di stagione o 100 g di ricotta.
Gli spuntini consistono in yogurt bianco scremato, parmigiano e frutta fresca di stagione. Per quanto riguarda pranzo e cena, nel corso della settimana i menù possono essere variegati.
Via libera a pasta, pane integrale, bresaola, verdura, pesce, carni bianche, minestre di soia o minestroni, riso. Gli alimenti possono essere conditi con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva.
Gli zuccheri sono banditi in ogni forma: ciò significa che alimenti ricchi di zucchero non saranno inseriti all’interno della dieta a zona. E’ necessario, infine, fornire al nostro organismo il giusto apporto idrico, sorseggiando un bicchiere d’acqua ogni quarto d’ora.
La dieta a zona non è considerata particolarmente proibitiva e garantisce buona parte dei nutrimenti utili ad affrontare una giornata. E’ necessario, tuttavia, seguirla sotto controllo medico, senza improvvisare.