In questi ultimi giorni è tornato alla ribalta il nome di Massimiliano Sestito, killer che fa parte della ‘ndrangheta e che è evaso il 30 gennaio. Questa notizia ha ovviamente fatto molto scalpore, con il latitante che adesso è cercato dalla polizia in tutto il paese.
Chi è Massimiliano Sestito
Come detto in precedenza, Massimiliano Sestito è un killer della ‘ndrangheta che opera da molto tempo. Ha 52 anni e il suo primo delitto risale al 1991, anno in cui ha ucciso un carabiniere, Renato Lio, 35 anni, a Soverato, in provincia di Catanzaro. Per questo reato, avvenuto durante un posto di blocco con dei militari che hanno fermato tre ragazzi, tra cui Sestito, che ha deciso di sparare una raffica di colpi nei loro confronti, è stato condannato all’ergastolo, pena poi ridotta in appello a 30 anni di carcere. Non è, però, l’unico reato commesso da Sestito, arrestato altre volte per droga e associazione mafiosa, e soprattutto per l’omicidio di Vincenzo Femia, boss della ‘ndrangheta di 67 anni, ritenuto il referente per il territorio di Roma della cosca calabrese Nirta di San Luca ed ucciso a Roma il 24 gennaio 2013. In questa occasione, il killer fu trovato su una spiaggia di Palinuro, in provincia di Salerno, e fu arrestato, nell’agosto dello stesso anno.
L’evasione e la Cassazione
Per l’omicidio di Vincenzo Femia il processo era quasi giunto al termine, dopo un percorso molto travagliato: nove gradi di giudizio, due rinvii della Cassazione, un’assoluzione e poi una nuova condanna all’ergastolo. Sestito si trovava agli arresti domiciliari a Pero, in provincia di Milano, a casa del padre Antonio, che gli sono stati concessi a giugno del 2022 dai giudici romani che hanno accettato l’istanza presentata dai suoi legali in cui chiedevano la sua scarcerazione in attesa del verdetto finale. I suoi domiciliari, però, sono iniziati solo il 12 gennaio 2023, a causa di un colpevole ritardo per l’arrivo del braccialetto elettronico che avrebbe dovuto indossare Sestito durante questo periodo. Questa decisione ha scatenato varie polemiche, a partire da Matteo Salvini, che si è subito detto contrario a questa situazione, e anche l’incredulità da parte di Polizia e Carabinieri.
Il 30 gennaio, alla vigilia della sentenza della Cassazione, prevista per venerdì 3 febbraio, Sestito è evaso (è stato ritrovato sul pavimento solo il braccialetto, tagliato in due dal killer) ed è già la seconda volta in 10 anni, con la Polizia che adesso è alla ricerca in tutto il Paese, a partire proprio da Milano, passando per la Calabria, dove ha passato gran parte della sua carriera da criminale ed è indicato come vicino alla cosca “Iozzo-Chiefari-Procopio” che operava a Chiaravalle, in provincia di Catanzaro. Secondo quanto rivelato da Sestito in confidenza, non avrebbe soldi a sufficienza per una latitanza molto lunga, ma la sua vicinanza e le sue amicizie con molti criminali della ‘ndrangheta potrebbero giocare a suo favore, aiutandolo nel suo obiettivo di fuggire ancora una volta e diventare un fantasma per la polizia e per la giustizia, colpevole di aver concesso i domiciliari ad un esponente della criminalità con già tanti reati importanti alle spalle.